Quando ci succede qualcosa di brutto per colpa o dolo di qualcuno, solitamente si va per vie legali per avere un risarcimento che possa ripagare il danno subito. Se pensiamo ad esempio a un incidente stradale, è abbastanza facile comprendere che, se mi sono rotto una gamba e avrò tot giorni di convalescenza, l’assicurazione di chi mi ha investito pagherà una certa cifra in denaro che corrisponde appunto a una frattura. Il Tribunale di Milano ha stilato delle tabelle per compiere queste equazioni, sebbene ci sia sempre un grado di discrezionalità da caso a caso.
Ma quando il danno subito riguarda la sfera psicologica e non quella fisica? La situazione un pò si complica, ma non temete, c’è una soluzione anche per questo e, in gergo, si chiama “danno non patrimoniale”. Questa tipologia di danno può avvenire in seguito a un evento per noi traumatico della qualunque specie, ma tra le più frequenti troviamo:
L’ex art. 2059 del Codice Civile riporta che “Il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge”. Ma cosa vuol dire quindi non patrimoniale?
Secondo la Cassazione Civile n.14402/2011, il danno non patrimoniale si può manifestare come una
“modifica peggiorativa della personalità da cui consegue uno sconvolgimento dell’esistenza, e in particolare delle abitudini di vita, con alterazione del modo di rapportarsi con gli altri”. Si tratta di uno “sconvolgimento dell’esistenza che, pur senza degenerare in patologie medicalmente accertabili (danno biologico), si rifletta in un’alterazione della sua personalità tale da comportare o indurlo a scelte di vita diverse” (Vedi Cass., Sez. Un., 11 novembre 2008, n. 26972; Cass., 12/6/2006, n. 13546; Cass., Sez. Un., 24/3/2006, n. 6572.).
Ai fini puramente descrittivi psicologico-giuridici, vengono distinte tre classi di danno non patrimoniale:
In parole povere, a seguito dell’evento traumatico causato da qualcun altro, svilupperemo una serie di sintomi e sofferenze che peggioreranno la qualità della nostra vita. Tra le principali fatiche troveremo i disturbi d’ansia, come ansia, attacchi di panico, fobie, ecc. e disturbi dell’umore (depressione); nei casi un pò più gravi, è possibile sviluppare un Disturbo da Stress Post-Traumatico.
Se tu lettore ti ritrovi in quanto scritto finora, ti consiglio di contattare innanzitutto un avvocato (se non lo hai già fatto) che possa assisterti in tutto il procedimento di richiesta di risarcimento. Trovane possibilmente uno specializzato in materia! Solo dopo aver fatto questo passaggio, potrà essere utile contattare uno psicologo con una specifica formazione in ambito giuridico, in quanto le CTP (Consulenze Tecniche di Parte) per le richieste di risarcimento del danno non patrimoniale sono molto tecniche e richiedono una preparazione specifica del professionista. Verrà quindi svolta un’indagine approfondita sulla persona danneggiata attraverso colloqui clinici e test psicodiagnostici, con lo scopo di definire una percentuale di danno psicologico.