Cugina dell’ansia e da non confondere con la mera emozione della tristezza e con il lutto, la depressione è quella condizione psicopatologica per cui ci si può sentire stanchi, sopraffatti, tristi in cui ma si sente anche un sacco di “niente”. Questa condizione porta a rinunciare a tutto (o molto) e ad arrendersi, tanto da mettere in stand bye la propria vita. Viene definita dalla triade negativa, cioè un costante giudizio negativo su di sè, sul mondo e sul futuro,
Non c’è un unico modo di essere depressi, così come non c’è un unico livello di gravità, intensità e pervasività. Può essere acuta o cronica, psicotica o nevrotica, in reazione a un evento o facente parte della struttura della persona, ma di sicuro è certa una cosa: ci si sente male! I pensieri da pessimistici, possono diventare autolesivi o addirittura suicidari, quindi “vivere” sembra davvero troppo difficile rispetto alle risorse che abbiamo.
A livello corporeo possiamo sentirci rallentati o accelerati, col sonno disturbato, con molta fame o inappetenti, senza energie, senza interessi, con poca autostima e molto affaticati.
Le persone intorno a noi ne risentono, soprattutto in un’epoca in cui la società ci impone di essere sempre sorridenti, sempre positivi e sempre al top; la tendenza sociale è quella di emarginare chi non rispetta le regole non scritte di questo copione sociale. Dall’altro lato, si perde l’interesse nei confronti degli altri, tendiamo a isolarci, a trascurarci, nonostante gli sproni ricevuti che, falliti, non fanno altro che aumentare il nostro senso di colpa nei confronti delle persone a noi più care. E ci sentiamo dire:
“Sorridi!”
…ma è troppo difficile anche quello, perchè se non allenati, anche i muscoli facciali perdono di tono e si dis-abituano a esprimere le emozioni.
Per i più temerari poi, aiutati da una buona quota di genetica, si presenta il famigerato disturbo bipolare (da non confondere con i sani cambiamenti di idee o di umore!). Il bipolarismo consiste nell’estrema ratio che il nostro inconscio ha di combattere la depressione; il risultato è un’altalena impazzita di stati umorali, che vanno dalla profonda depressione agli elevati picchi maniacali super-accelerati. Nelle manie, l’autostima è eccessiva, c’è un vigoroso senso di invincibilità, di euforia, il pensiero è talmente veloce da non riuscire ad esprimere tutto a parole, il comportamento è impulsivo e la concentrazione diminuisce. Il rischio suicidario è elevato.
Attenzione: secondo questa banale descrizione, molti di noi si potrebbero diagnosticarsi bipolari (specie noi donne durante il periodo mestruale!), ma fortunatamente è statisticamente molto meno frequente di quanto si possa credere.
Per affrontare la depressione e/o il bipolarismo, è necessario intraprendere un percorso terapeutico e, sovente, un aiuto farmacologico. Si lavora sulle cognizioni negative e sulla loro ristrutturazione, si fortificano le risorse e si impara ad accettare ciò che non possiamo cambiare. Come per l’ansia, anche nella depressione l’orientamento elitario è quello cognitivo-comportamentale. Spento l’incendio, ovvero riattivata la vita sociale e lavorativa e ripristinate le attività piacevoli, ci si occupa del focolaio, cioè delle esperienze pregresse che hanno creato il terreno fertile al problema umorale.