Per molti Settembre equivale a Gennaio: l’inizio di un nuovo anno (lavorativo). E come ogni inizio, si ha un pò la sensazione di dare un colpo di spugna al passato e ripartire da zero, con nuovi propositi. Torniamo a dieta, ad allenarci, ci promettiamo di raggiungere dei traguardi, di essere più rilassati, più concentrati, più ordinati o più produttivi. Ognuno ha le sue…
Non so voi, ma io una volta settembre lo odiavo, lo odiavo davvero. Avevo quello che mi piace chiamare il “mal di settembre“. Una volta non riuscivo a vedere nient’altro che la “fine dell’estate” e quindi la fine delle vacanze, la fine del bel tempo, la fine del poco lavoro (o dell’assenza di lezioni ai tempi dell’Università). Sì insomma… la FINE. Le giornate si accorciano, inizia a fare freddo, gli impegni aumentano e il tempo libero diminuisce. Un’agonia in sostanza.
Ecco, questo è un modo di vederla. Il famoso “bicchiere mezzo vuoto“.
Negli anni però, ho scoperto che basta cambiare prospettiva, o meglio l’angolo, il punto di vista dal quale vedi le cose e cambia tutto. Cioè, in sostanza non cambia niente: inizia a fare freddo, le giornate si accorciano e il lavoro aumenta. Ma è il punto di vista dal quale scegli (sì perchè puoi sceglierlo tu!) di vedere ciò che ti sta intorno a fare la differenza.
Quindi, per la mia salute mentale, è da qualche anno che sto cercando di cambiare punto di vista, che scelgo di vedere ciò che mi sta davanti, invece di ciò che è appena passato. Quindi ho deciso di vedere ad esempio nuovi progetti di lavoro, il campionato di calcio che riprende, copertina e tisana la sera, indossare maglioni, farsi la piega ai capelli con successo perchè non stai sudando dopo 5 minuti… cose così, cose piccole.
Certo, le giornate in cui mi assale il malumore e ripenso al mare e alle vacanze non sono sparite. Però mi condizionano meno di una volta. Le posso accettare per quello che sono: sana malinconia estiva (perchè anche la malinconia fa parte della vita).
Prova anche tu a guardare ciò che ti aspetta, piuttosto che rimanere ancorato a ciò che hai già vissuto: il passato, brutto o bello che sia, può essere una zavorra che ti impedisce di correre, e a volte anche di camminare. Non servono chissà quali obiettivi o grandi progetti ambiziosi. Sono le cose piccole, le cose quotidiane, quelle che riempiono le nostre giornate e ci fanno stare bene.