Non è facile spiegare che cosa sono i disturbi di personalità. In seduta mi capita però di usare questa metafora e di solito funziona:
immaginate di essere dei pittori e di avere a disposizione la vostra tavolozza di acquerelli con cui dipingere. I vari colori rappresentano altrettanti stili di personalità (10 in totale) e in base alle combinazioni a vostra disposizione sulla tavolozza, si creerà la vostra personalità. Più colori abbiamo a disposizione e più il nostro quadro sarà ricco e pieno di vita; meno ce ne sono e minore sarà anche la nostra flessibilità nel nostro stile. Ma non solo: oltre ai vari colori, dobbiamo fare attenzione anche alla saturazione di ogni colore presente, ovvero a quanto è intenso. Più il colore è tenue, più probabilmente sarà possibile mescolarlo in armonia con altri colori; più è intenso e più facilmente sarà difficile da accostare. In quest’ultimo caso non parleremo di tratti della personalità (il caso dei colori pastello), rappresentanti di molti di noi – dato che nessuno è “senza personalità” – ma di disturbo della personalità.
Prendiamo ad esempio lo stile di personalità del nostro tempo, il narcisismo: essere narcisi o avere tratti narcisistici è una cosa, avere un Disturbo Narcisistico di Personalità è un’altra.
Più il nostro stile di personalità diventa rigido, pervasivo e disfunzionale, più si configura come un vero e proprio disturbo.
Ma cosa vuol dire stile di personalità?
E’ il modo specifico che ognuno di noi ha di pensare, comportarsi, relazionarsi con gli altri, affrontare (o meno) i problemi, prendere (o no) decisioni. Insomma, il nostro modo di essere. Più la personalità è disturbata, più tenderemo ad affrontare la vita con modalità rigide e coerenti col “copione” del disturbo. Quindi non si è flessibili, non si impara e le risorse per affrontare le questioni di vita risultano più scarse.
Come affrontare un Disturbo di Personalità? Sicuramente un percorso terapeutico è utile; in questo caso non ci sono orientamenti maggiormente elitari di altri: dinamico, junghiano, sistemico, cognitivo, gestaltico, la Schema Therapy, ecc. L’importante qui è come quel metodo ve lo sentite cucito addosso e, ancor più importante, creare col terapeuta un’alleanza sana, basata sulla fiducia, in modo da appoggiarvi a lui nel cammino della vostra evoluzione.
Non vi si chiede di essere diversi, ma solo di smussare gli angoli spigolosi. Andate bene così!!!