Sono tanti ancora i pregiudizi sullo psicologo nel XXI secolo e per lo più l’idea generale di base è che basta fornire un paio di informazioni generiche e superficiali su di sè, un paio di gesti ed espressioni facciali e io e i miei colleghi riusciamo a carpire i segreti più reconditi della persona (di cui neanche la persona è al corrente!) e a stilare un preciso e fighissimo profilo di personalità…
Ecco non funziona proprio così e chi vi dice il contrario o fa il mago e non lo psicologo, oppure è un collega (ahimè) fortemente bugiardo. La conoscenza di un altro essere umano è cosa assai complessa e anche per noi poveri psicologi è necessario dedicare la prima fase del percorso ad una professionale conoscenza dell’Altro. Nel mio orientamento, quello cognitivo comportamentale, i colloqui iniziali sono dedicati alla raccolta della storia di vita e del problema; un altro paio servono per somministrare i test (che piacciono sempre molto) e, infine, un colloquio di restituzione e programmazione del contratto terapeutico e degli obiettivi a medio e lungo termine. Ma analizziamo insieme punto per punti i famosi 10 pregiudizi sullo psicologo
1 Lo Psicologo è per i matti
E’ l’esatto opposto!! In gergo, si dice che i veri matti siano “egosintonici” con la malattia, ovvero non ritengono di avere alcun problema e non richiedono alcun tipo di aiuto, a meno che non sia qualcun altro a chiederlo per loro. Al contrario, le persone “sane” che sviluppano dei sintomi o un disturbo come quello ansioso o depressivo, vivono con fatica e difficoltà la situazione e percepiscono che “c‘è qualcosa che non va rispetto al normale“; di conseguenza, è più probabile che chiedano un aiuto professionale.
2 Lo Psicologo è per i deboli, io posso farcela da solo
Ci vuole molto coraggio per chiedere aiuto e ce ne vuole ancora di più per chiederlo a un professionista, motivo per il quale andare dallo psicologo non è affatto da deboli, bensì il contrario. Al di là di questo, è assolutamente sano che uno voglia farcela da solo e nella maggior parte delle volte ci si riesce anche. A volte però è segno di intelligenza e coraggio ammettere di avere dei limiti, come tutti e chiedere aiuto
3 Lo Psicologo ti manipola la mente
Non mi ci soffermo neanche…
4 Non si può cambiare, sono fatto così!
In realtà cambiamo in continuazione, anche senza volerlo e senza accorgercene. Un bellissimo proverbio cita:
Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perchè il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo (Eraclito)
5 Nessuno può capire davvero il mio dolore
E’ vero: ogni dolore è diverso e nessuno può davvero capire il tuo; ci si potrà avvicinare ma non sarà mai uguale. Il punto però non è tanto che qualcuno “capisca” il tuo dolore, quanto “empatizzi” con esso e ti aiuti a trovare le risorse per superarlo.
6 Non si possono risolvere i problemi solo parlando
Falsa a metà. Abbiamo una lunga tradizione psicoanalitica, fatta di terapie decennali in cui, sdraiato su un lettino, il paziente si raccontava e il terapeuta interpretava. Fortunatamente non siamo tutti psicoanalisti e anche gli psicoanalisti stessi si sono evoluti. Per quanto mi riguarda, l’orientamento cognitivo-comportamentale prevede che il grosso del lavoro venga svolto dal paziente tra una seduta e l’altra attraverso gli home-work. La persona così non è passiva, ma attiva e promotrice del proprio cambiamento e del proprio benessere.
7 Lo Psicologo costa troppo
Dipende. Premesso che lo psicologo e lo psicoterapeuta emettono fatture sanitarie detraibili al 100% dal 730, il costo delle sedute viene concordato e tarato in base alle disponibilità della persona. Ciò non vuol dire che si lavora gratis, perchè anche il costo sostenuto assume un valore simbolico: “quanto vale per me la mia salute e il mio benessere?“. Inoltre, l’onere monetario diventa un incentivo per il paziente ad attivarsi e a velocizzare i tempi della psicoterapia. Per quanto mi riguarda, nel primo periodo effettuo colloqui settimanali; una volta digerito il fatto che sono necessari i compiti a casa (grande ostacolo!) e che il lavoro di consapevolezza e sblocco emotivo procede, le sedute si possono allungare a una ogni due settimane, poi ogni tre e ogni quattro settimane.
8 Perchè andare da uno psicologo se posso parlare con un amico
…perchè non è la stessa cosa! Un amico può (e sottolineo può, non per forza è così) essere un buon ascoltatore e può fornire buoni consigli, ma non sa fornire un ascolto professionale. Noi stessi psicologi non facciamo gli psicologi dei nostri amici, perchè non siamo neutrali, facciamo parte di un sistema e questo renderà la nostra posizione “di parte”. Lo psicologo non dà consigli, come invece può fare un amico, ma ti propone letture alternative di una certa situazione su cui poi lavorare e ti aiuta a co-creare quell’insieme di risorse e strategie per superare certi ostacoli.
9 La Psicoterapia dura troppo
Anche qui dipende. Se si intraprende un percorso psicoanalitico, non posso che essere d’accordo. Ma come dicevo, non siamo tutti psicoanalisti. Noi cognitivo-comportamentali cerchiamo di raggiungere già degli obiettivi in 10 +/-2 sedute e di chiudere il percorso entro le 30 sedute circa. Ovvio, non è una formula matematica, per qualcuno magari ci vorrà anche più tempo, ma in ogni caso non si parla di psicoterapie decennali.
10 Ah quindi sei psicologo…
Sì, sono psicologa e sono anche una persona normale, con interesse comuni, attività comuni e necessità comuni, tipo mangiare, dormire e riposare la domenica e se scambio due parole con qualcuno non lo sto analizzando.
Ciò detto, dovrebbe ormai essere chiaro come #NonSiamoTuttiUnPòPsicologi