Stiamo vivendo questo periodo come un incubo senza fine: crisi economica, crisi politiche, zona gialla, arancione, arancione rinforzato e arcobaleno… C’è incertezza, confusione e amarezza. Il futuro è un punto di domanda grosso quanto un palazzo e anche dal presente non ci sono chissà quali buone novelle.
Lo so, non sono molto di incoraggiamento… lascio ad altri quest’incombenza e mi lamento un pò insieme a voi. Siamo tutti stufi, siamo tutti stanchi, vogliamo tutti riprenderci le nostre vite e sembra che questo momento non debba mai arrivare. E’ stato un lungo lungo inverno e anche se la bella stagione ha ormai fatto capolino, i brividi lungo la schiena continuano a correre.
Se hai la sensazione di essere arrivato al capolinea, fidati: sei in ottima compagnia! Come psicoterapeuta, non ricordo un periodo così pieno di lavoro come da dicembre a oggi. Dicembre, non marzo!. Sì perchè a Marzo 2020 il nostro “serbatoio emotivo” era pieno: c’era paura sì, ma anche la novità della situazione, c’era coesione, alle 18:00 tutti sul balcone a cantare l’inno d’Italia, c’era che il pianeta respirava un attimo da tutto il nostro inquinamento, c’era che non faceva così schifo all’inizio rimanere a casa in pigiama. A un anno di distanza però, non ce la facciamo più.
E non è solo una sensazione: la ricerca scientifica ci dice che l’83% delle coppie italiane ha confessato un generale calo della libido (per non parlare del drastico crollo dell’attività sessuale dei single); il tasso di separazioni e divorzi è lievitato del 30% rispetto all’anno precedente; sono aumentate le sintomatologie ansioso-depressive, ossessivo-compulsive e post-traumatiche da stress; anche l’uso di psicofarmaci, come ad esempio le benzodiazepine (per combattere ansia e insonnia principalmente) si è incrementato di oltre il 4%.
Visti i numeri appena esposti, va da sè che anche la richiesta di un supporto psicologico è notevolmente aumentata. Non ho trovato alcuno studio statistico su questo argomento, ma confrontando la mia agenda con quella di alcuni colleghi, la considerazione è una sola: negli ultimi mesi il numero di persone che approda a una psicoterapia per la prima volta nella sua volta è triplicato! A pensarci bene è assolutamente logico: le nostre vite sono sempre state molto piene di attività, hobby, sport, passioni, amici e chi più ne ha più ne metta. Oltre a riempire e colorare le nostre vite, questi impegni avevano il grande vantaggio secondario di svagarci, di non farci pensare ai problemi sul lavoro, ai desideri mai realizzati o alla relazione sentimentale insoddisfacente che stavamo vivendo.
Poi, tutto d’un tratto, tutto questo è sparito, lasciando un grande vuoto. Non ci è rimasto altro che guardarci allo specchio e fare i conti con quella che è la nostra vita senza trucco e parrucco. Non è difficile indovinare che per alcuni di noi, tutto questo può essere angosciante! L’ho detto all’inizio: non spenderò inutili parole di incoraggiamento. La situazione è tosta. Sebbene rispetto a un anno fa non ci mancano mascherine, gel igienizzanti, vaccini (seppur in ritardo) e conoscenze in più, non possiamo non ammettere di arrancare.
C’è un risvolto positivo però (sì, se guardate bene c’è): questa situazione ai limiti della fantascienza, sta accelerando dei meccanismi, delle dinamiche, delle consapevolezze e delle riflessioni nelle nostre vite, che altrimenti avrebbero impiegato anni ad arrivare (o non sarebbero arrivati mai). Abbiamo così l’occasione di scegliere oggi di provare a fare qualcosa per migliorare la qualità della nostra vita. E, come ho detto, l’inizio di una psicoterapia è un modo che sempre più persone stanno adottando per farlo.
Nel prossimo articolo inizieremo a vedere insieme qualche utile strategia di sopravvivenza.
#StayTuned